giovedì 29 agosto 2013

NATI DUE VOLTE

Vi consiglierei la lettura di questo libro! Questo romanzo vuole far riflettere sulla problematica delle persone con handicap: sui loro problemi in famiglia, ad inserirsi in gruppo, a trascorrere una vita normale. L’autore rivolge la sua attenzione a raccontare i fatti della vita di un ragazzo con un handicap che riguardino esclusivamente la riflessione sull’argomento: in ogni capitolo vi sono “frammenti” di pensieri dei personaggi, da cui emergono varie posizioni riguardanti questa tematica.A me personalmente ha molto stimolato, forse anche per il fatto che è ricco di riflessioni, che fanno sentire in un certo senso coinvolto il lettore. Le parole sono molto ricercate e calzano con il contesto, per questo motivo lo reputo un libro abbastanza scorrevole e leggibile in poco tempo, malgrado la sua lunghezza.

"I bambini nascono due volte: la prima nascita li vede impreparati al mondo, la seconda è una rinascita affidata all'amore e all'intelligenza degli altri. Ma questa rinascita esige anche negli altri un cambiamento integrale nei confronti dell'handicap: un limite fisico o mentale che direttamente o indirettamente ci coinvolge tutti e che in un'epoca dove si esalta la sfida fine a se stessa come superamento del limite, impone la sfida più importante che è la consapevolezza e l'accettazione del limite" G.Pontiggia

martedì 20 agosto 2013

Lutto & Disabilità

E’ IMPORTANTE PARLARE DI ELABORAZIONE DEL LUTTO perché si ha che fare con un bambino “rotto”  che invia e/o riceve sentimenti e vissuti depressivi, mesti, di melanconia.
Per facilitare il lavoro di lutto sono necessari alcuni accorgimenti , per il benessere della famiglia e soprattutto del piccolo:
riposo fisico ; opportunità di passare in rassegna i pensieri e i sentimenti (anche quelli aggressivi)riguardo al bambino reale e quello immaginato; sostegno del proprio partner; assunzione di un ruolo attivo, man mano che le condizioni lo permettono : fare progetti per il neonato.


lunedì 19 agosto 2013

SERVIZI SANITARI

Possono sostenere le potenzialità progettuali della famiglia sin dalla nascita del bambino disabile.
La riabilitazione infantile è multidimensionale: educativa, psicologica, assistenziale e tecnologica. Richiede molto tempo e , soprattutto, che gli obbiettivi siano valutati in gruppo.
E' importante il coinvolgimento dei genitori in programmi di intervento riabilitativi-educativi, fin dall'inizio.
La famiglia del disabile, anche dopo la permanenza in ospedale, dovrebbe poter contare su una figura professionale che le faccia da guida. I genitori devono sentirsi al pari dei professionisti, devono poter essere attivi, e devono essere coinvolti nelle scelte di cura del loro piccolo. Hanno , inoltre, bisogno di cure che si dispieghino nel tempo con continuità.
(Metodo NIDCAP ALS, 1973)

martedì 13 agosto 2013

Cura e relazione di aiuto

Parlare di persone con disabilità viene subito in mente la parola cura. Questo perché consideriamo queste persone non autonome e quindi per tutta la loro vita bisognose di aiuto. La relazione di aiuto si attua attraverso la cura dell'altro e si svolge in situazioni problematiche. Richiedono un costante stato di vigilanza e autoriflessività e l'obbiettivo prioritario di chi svolge una relazione di aiuto è sempre duplice: offrire sostegno e creare, in tutti i modi possibili, una relazione. Questa viene definita tale se c'è INTENZIONALITÀ.
L'educatore deve essere bravo a sospendere il giudizio sull'altro e non approfittarne del bisogno di aiuto.
Una componente essenziale, che ha origine dalla relazione di aiuto, è l'ispirazione salvifica. Essa contiene una valenza positiva, presente nella motivazione ad aiutare ed occuparsi dell'altro, e una negativa che dà origine al ruolo del Salvatore. Quest'ultimo è colui  che con l'intenzione di portare aiuto si perde in un pericoloso egocentrismo: vuole portare aiuto, ma lo fa nella maniera sbagliata perché è centrato su se stesso e non sull'altro. 
Per concludere chi lavora con i disabili, deve mettersi a confronto con loro, cercare di scoprire tutte le loro potenzialità affinché queste possano essergli di aiuto nella loro vita. Bisogna che l'educatore si prenda tempo e analizzi la situazione nel modo migliore per poi intervenire. Competenza necessaria ad un educatore, per lavorare in questi ambiti, è il saper ascoltare,ed uscire dal proprio punto di vista ed entrare in quello d''altro.

lunedì 12 agosto 2013

LEGGE 104/92

La legge n.104 del 5 febbraio 1992, conosciuta meglio come 104/92, è il riferimento legislativo per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone disabili. Principali destinatari sono quindi le persone disabili, ma anche, da non sottovalutare, chi vive con loro!
Il presupposto è infatti che l'autonomia e l'integrazione sociale si raggiungono garantendo al disabile e alla sua famiglia un adeguato sostegno. E questo supporto può essere sotto forma di servizi di aiuto personale o familiare, a si può anche intendere come aiuto psicologico, psicopedagogico e tecnico.
   
I LORO DIRITTI:
CURE E RIABILITAZIONE
DIRITTO ALL'EDUCAZIONE E ALL'ISTRUZIONE
LAVORO e PERMESSI LAVORATIVI
ELIMINAZIONE BARRIERE ARCHITETTONICHE
MOBILITA' E TRASPORTI
AGEVOLAZIONI FISCALI
DIRITTO DI VOTO

mercoledì 7 agosto 2013

International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF)

ICF International classification of functioning 2001: raggruppa in modo sistematico gli stati funzionali associati alle condizioni di salute. Ha il compito di fornire un linguaggio standard e unificato.
Il modello biospicosociale dell' ICF evita una visione esclusivamente medica ma cerca di focalizzarsi nel recupero delle potenzialità. Il funzionamento e la disabilità sono viste come una complessa interazione tra le condizioni di salute dell'individuo e l'interazione con i fattori ambientali e personali. La classificazione considera questi aspetti non come statici, ma come dinamici.
Il senso pedagogico dell' ICF è quello di ricercare i punti di forza del soggetto. Si definisce capacità quello che il soggetto è in grado di fare senza alcuna influenza, positiva o negativa, di fattori contestuali e ambientali.
Invece per performance si intende quello che il soggetto riesce fare sotto la loro l'influenza.
Il confronto tra capacità e performance caratterizza l'essenza stessa del processo di valutazione delle competenze.